Sono felice di poter ospitare quest'oggi nel mio blog la traduttrice del libro Il diario di Mr. Darcy, Gabriella Parisi. La ringrazio davvero per la disponibilità e spero di avere altre possibilità di collaborare con lei in futuro.
Gabriella Parisi |
Conosciamo Gabriella
Gabriella Parisi è nata a Lecce, dove ha sempre vissuto.
Legge da sempre ed ama tutti i generi letterari. Può affermare di aver visitato innumerevoli luoghi e numerosissime epoche grazie alla letteratura.
Ha una particolare predilezione per l'Inghilterra di epoca Regency, quella della sua amatissima Jane Austen, di cui continua a rileggere periodicamente tutti i romanzi e gli scritti. Confessa apertamente di non essere una purista e di leggere volentieri ogni genere di romanzo o saggio a lei ispirato, vantando anche qualche modesto tentativo di entrare nelle schiere dei cosiddetti Austen Authors.
Il suo blog, Old Friends & New Fancies si dedica proprio a Jane Austen e a tutto quello che le ruota attorno. E' uno dei cinque membri fondatori della JASIT (Jane Austen Society of Italy).
Fa parte della redazione del blog Diario di Pensieri Persi, di cui è attualmente Capo-Redattrice, e della redazione di Speechless Magazine, un magazine di letteratura, editoria, cinema e serie tv che in un anno, con soli tre numeri, più il numero 0, ha superato i sette milioni di visualizzazioni.
E' collaboratrice esterna di Harlequin Mondadori ed ha tradotto Il diario di Mr. Darcy di Amanda Grange per Tre60 e Jane Austen: i luoghi e gli amici di Constance Hill per Jo March.
***
1)
Com'è avvenuto il tuo primo incontro con Jane Austen?
Il mio incontro con Jane Austen è stato tardivo: ho sempre letto
molto, ma sentivo di avere una carenza che riguardava i classici.
Così, quando un po’ di anni fa Newton Compton ha iniziato a
pubblicare i libri a 2000 lire, li ho collezionati tutti. La prima
uscita di Jane Austen fu L’Abbazia
di Northanger.
È stato amore a prima lettura, mi sono innamorata dell’ironia del
romanzo, che è rimasto il mio primo amore, anche se poi è stato
superato dall’amore più profondo per Orgoglio
e pregiudizio
ma, soprattutto, per Persuasione.
2)
Era un tuo sogno diventare traduttrice oppure è un ruolo che ti sei
ritrovata a rivestire per caso?
No, fare la traduttrice non era il mio sogno, ma non mi sono
ritrovata neanche a rivestire il ruolo per caso. Diciamo che è
diventato un mio sogno più recente e che mi sono impegnata a
realizzarlo con molta fatica. Sono molti anni ormai che leggo tutto
quel che riguarda Jane Austen in inglese: quel che viene pubblicato
in Italia è solo una piccolissima fetta di ciò che propone il
mercato anglosassone. Molti libri sono davvero interessanti ed è un
peccato che gli estimatori italiani che non conoscono l’inglese non
possano leggerli. Nel mio ruolo di blogger ho avuto modo di
intervistare alcuni tra i più importanti autori stranieri di
derivati e talvolta mi sono trovata a tradurre brani tratti dai loro
libri. È stato grazie a questo mio lavoro che Tea-Tre60 mi ha
chiesto di tradurre per loro uno dei libri che consideravo tra i più
importanti nel panorama delle Austen Inspired Novels.
3)
Potresti parlarci di JASIT e dirci l'importanza che riveste per te?
Come
si può leggere sul nostro blog: “La Jane Austen Society of Italy
(JASIT) è un gruppo culturale che intende promuovere in Italia la
conoscenza e lo studio di Jane Austen, la sua vita, la sua opera e
tutto ciò che è legato a essa, attraverso qualunque attività utile
a realizzare tale scopo, nel nome dell’arricchimento culturale
personale e condiviso.”
Collaboravo
già con Petra Zari e Silvia Ogier su Old Friends & New Fancies,
ma il sogno di Silvia era quello di creare un’associazione
culturale, un raccoglitore di informazioni e materiali su Jane Austen
da mettere a disposizione di chi non ha la possibilità di leggere in
inglese. Ancora siamo un’associazione giovane e non siamo riusciti
a realizzare tutto ciò che ci siamo prefissi ma, col tempo, speriamo
di fare di più, traendo ispirazione dalle associazioni omologhe
inglesi e americane.
4)
Quali sono gli elementi che formano una traduzione di qualità
secondo te?
Innanzitutto
la sensibilità nel saper cogliere tutte le sfumature di significato
che l’autore esprime in lingua originale e poi la capacità di
renderle con precisione grazie a una buona conoscenza della lingua di
arrivo. La conoscenza della lingua di partenza è fondamentale,
dunque, ma ancor più importante è la conoscenza della lingua
italiana.
5)
Quali sono state le difficoltà maggiori che hai dovuto affrontare
durante la traduzione de Il
diario di Mr Darcy?
Innanzi
tutto la questione della forma allocutiva tu/voi mi ha dato non pochi
grattacapi. Come tradurre you?
Quando usare il tu e quando il voi? Ho cercato di essere discreta, ma
anche moderna: mi sembrava davvero assurdo che Georgiana e Darcy si
dessero del voi! D’altro canto, sebbene Darcy chiamasse Caroline
col nome di battesimo, mi sembrava troppo confidenziale che si
dessero del tu. Al contrario, Darcy e Bingley e Darcy e il cugino
Fitzwilliam si danno del tu. Il problema più imbarazzante si è
posto con Wickham. Wickham era compagno di giochi di Darcy, ma i due
si sono ormai allontanati; il voi mi sembrava il giusto mezzo per
fare prendere al nostro orgoglioso protagonista le distanze
dall’ex-amico. Tra Elizabeth e Darcy il dialogo resta sempre
formale, finché, dopo la seconda dichiarazione, in un brano in cui
la Austen utilizza il discorso indiretto libero che la Grange
trasforma in discorso diretto, si rompono gli argini e i nostri due
si danno del tu.
Un
altro problema è stato il tempo verbale. Trattandosi di un diario le
azioni si erano svolte tutte da poche ore, nell'arco della giornata
che ancora non era terminata. Da qui l’utilizzo del passato
prossimo, malgrado, in caso di entrate molto lunghe, si potesse
rischiare di perdere il senso della consecutio temporum, dal momento
che in inglese sia passato remoto che passato prossimo si esprimono
con il simple past.
Infine
il passaggio da Amanda Grange a Jane Austen medesima. Molti dei
dialoghi, infatti, sono tratti proprio da Orgoglio
e Pregiudizio
e, sebbene in Mr.
Darcy’s Diary
i testi siano amalgamati in maniera omogenea, nella traduzione si
coglieva distintamente la differenza di stile. Non è stato facile
ridare al testo l’armonia che aveva in lingua originale. Inoltre
volevo fare in modo che il lettore – anche quello che non
conoscesse necessariamente a memoria Orgoglio
e pregiudizio
– riuscisse a riconoscere i brani tratti da Jane Austen quando li
incontrava, seppure una nuova versione del testo. Quindi mi sono
sforzata di ricavare una traduzione che fosse al contempo attuale, ma
anche universalmente
accettabile.
6)
Cosa pensi dell'utilizzo della forma di diario per questa "versione"
di Orgoglio e
Pregiudizio?
Credo
che il diario sia un ottimo espediente per entrare nella mente di Mr.
Darcy, per sentire il suo punto di vista. D’altro canto, però, ci
sono delle cose che non si ha il coraggio di confessare neanche a se
stessi, e dunque al proprio diario. In questo la Grange è stata
bravissima, nel farci comprendere i sentimenti di Darcy senza
rivelarli apertamente, come avrebbe potuto fare se avesse utilizzato
un narratore esterno.
È
un po’ strano immaginare dei dialoghi all'interno di un diario:
di solito si privilegia il discorso indiretto, ma poi ognuno scrive
il proprio diario come vuole, no? Ed è logico che col discorso
diretto la lettura sia molto più scorrevole.
7)
Qual è il personaggio di questo libro che ti è stato più a cuore?
Dire
Darcy ed Elizabeth sarebbe una risposta scontata. Per di più, nel
leggere questa domanda, mi è venuta subito in mente Caroline
Bingley. Strano? Non direi, perché credo che la Grange sia riuscita
a riempire gli spazi lasciati vuoti da Orgoglio
e pregiudizio,
quelli in cui la trama si svolge lontana da Darcy – e che dunque
non potevano comparire sul suo diario –, con dei siparietti carichi
di ironia in cui la cara
Caroline dà il meglio di sé. E Darcy, trattenendosi dal risponderle
per le rime, riesce a esprimere ancora meglio la sua natura di
gentiluomo.
8)
Hai avuto contatti con Amanda Grange durante la traduzione del suo
libro?
Molto
pochi. L’ho sentita solo un paio di volte per capire delle cose che
non mi erano chiare, come, ad esempio, la confusione tra sabato e
domenica nella lettera che riporta la fuga di Lydia, che poi ha fatto
nascere una disquisizione sulla cronologia di Orgoglio
e pregiudizio,
da cui ha avuto origine la nota a pag. 195 e un post su Old Friends &
New Fancies.
9)
Un traduttore è una sorta di coautore, secondo te?
Sebbene
sia una sostenitrice della traduzione letterale, è inevitabile che
tradurre un libro significhi quasi riscriverlo in un’altra lingua.
Non per niente, le case editrici acquistano i diritti di traduzione
come dei veri e propri diritti d’autore. Quindi non posso evitare
di sentire che – in minima parte – Il
diario di Mr. Darcy
sia un po’ anche mio.
10)
Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Altre traduzioni?
Subito
dopo Il diario di Mr. Darcy ho
tradotto con i miei colleghi di JASIT JaneAusten: i luoghi e gli amici
di Constance Hill, pubblicato da Jo March il 16 dicembre 2013.
Al
momento sto traducendo dei romance storici per Harlequin, ma non
escludo di ritornare presto su nuove Austen Inspired Novels, con
alcuni dei titoli più meritevoli sul mercato anglosassone.
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